L'impianto di cui si parla nell'articolo CLAMFER a mia firma è quello tuttora esistente al Corso San Giovanni a Teduccio dove sono ospitati tram dal 1932. Non è stato quindi né bombardato, né demolito: sta sempre là a svolgere la sua funzione. Ecco, di seguito, quanto scritto su detto impianto nel vol. I della "Storia dei trasporti urbani di Napoli":
SAN GIOVANNI
Contemporaneamente alla trasformazione in Officine Sociali del Deposito di Croce Lagno, la SATN costruì, in località Sperone, un nuovo deposito tramviario per l’esercizio delle tramvie vesuviane. Adibito originariamente a rimessa per tram a cavalli, con annesse stalle, fu poi trasformato in deposito per tram elettrici, con annessa officina per la manutenzione corrente. I capannoni di inizio secolo erano in parte accessibili per mezzo di carrelli trasbordatori ed erano a fondo “cieco”. Nel 1931 l’EAV inizia la ricostruzione dell’impianto che, inaugurato il 28.10.1932, si presenta nelle forme giunte fino ad oggi, con due capannoni “passanti”, di grande capienza, riservati a rimessa vetture e due, più piccoli e “ciechi”, adiacenti all’area della Stazione FS di Napoli San Giovanni, destinati ad officina. Di fronte all’ingresso si trova un altro fabbricato destinato ad uffici ed al reparto manutenzione equipaggiamenti elettrici, con due binari adatti ad ospitare ciascuno una sola elettromotrice. Lungo il Corso San Giovanni a Teduccio è presente un ulteriore fabbricato destinato ad uffici e servizi vari. Lato uscita, infine, si trovano i locali adibiti a spogliatoi, servizi igienici e quelli riservati al reparto falegnameria. A partire dal 1962, e fino al 1979 circa, uno dei due capannoni “passanti” (e precisamente quello lato strada) è stato attrezzato a rimessa filoviaria per il servizio extraurbano, con l’eliminazione delle fosse di visita. Nel corso del 1980 tale capannone è stato nuovamente adibito a rimessa tramviaria ed uno dei suoi binari è altresì utilizzato come anello di inversione a servizio del capolinea delle linee 2 e 4.